Stiamo passando dei giorni duri, dettati da angoscia, privazioni e giornate dense di emozioni contrastanti ma anche che ci offrono la possibilità di fermarci a riflettere, che ci danno opportunità uniche di vivere la famiglia come non mai o momenti da poter dedicare ad attività “parcheggiate” in angoli reconditi della nostra mente e che non avevamo mai tempo per farle.
Inizio il primo articolo del mio BLOG in un momento certamente anomalo e lo voglio fare riportandovi la mia esperienza personale di questi giorni.
Ho passato alcuni giorni a guardare, fotografare e riflettere sulla mia casa.
Mi sono accorta che gli anni lasciano il segno in ogni casa. La maggior parte di essi sono dei segni positivi o più semplicemente “bei ricordi”; ma molti altri sono delle involontarie accumulazioni dovute a distrazioni o più naturalmente alla mancanza di stimoli.
Cosa fare in questo caso?
Molto semplice. Fare il cosiddetto “decluttering” o per dirla in parole semplici sgomberare l’ambiente da oggetti inutili.
Non è così facile come a dirsi….
Non lo è non per la complessità dell’azione in sé stessa ma soprattutto per la intrinseca difficoltà che abbiamo nel liberarci delle cose. Non è cosi?
Dobbiamo quindi superare questo preconcetto. Mettetevi alla prova.
Non datevi obiettivi ambiziosi, potreste non realizzarli e deprimervi per questo.
Iniziate con una stanza, vi consiglio la più piccola o quella che ritenete la più in ordine!
NON iniziate dalla camera dei vostri figli!!! Entrare in camera di un adolescente, credetemi per esperienza personale, è come andare all’IKEA; entri giusto per guardare ed esci con il “sacco” pieno!
Potreste avere un cedimento psicologico prima ancora di iniziare….
Bene; ora entriamo insieme nella stanza con una scatola e un bel sacco (avete presente quelli verdi da giardinaggio industriale?). Proprio quello! La prima cosa da fare e metterci al centro, comodi e con calma. Iniziamo a osservare. Facciamo delle foto; ci serviranno poi per fare un bel confronto ed accorgerci di quanto abbiamo realizzato.
Ora iniziamo a focalizzare l’attenzione sugli oggetti. I soprammobili, i libri, le foto o i quadri della stanza, le tende, il tappeto il copriletto, la scrivania del figlio o peggio ancora il comodino del marito…
Non facciamolo con i nostri occhi proviamo a farlo come se fossimo un estraneo che è appena entrato nella stanza!
Inizieremo ad accorgerci che ci sono sicuramente delle cose che non stanno bene o che sono di troppo o più semplicemente che sono passate di moda! Bene!
Iniziamo a rimuoverle. Vi ricordate che siete entrate con il sacco verde? Usatelo!
Ci sono sicuramente oggetti ai quali siamo legati e dei quali non vogliamo privarci. Non c’è problema…usiamo la scatola che ci siamo portati nella stanza e facciamoli accomodare dentro. In cantina poi, troveranno riparo per essere ammirati nelle prossime riunioni di famiglia.
Le tende, il copriletto o il tappeto non sono più attuali? Datevi l’obiettivo di trovare qualcosa che vi dia una nuova luce all’ambiente; datevi dei tempi e fatelo. Ricordatevi che alcuni oggetti si possono tranquillamente riutilizzare. Gli stessi, riposizionati in un modo differente, o in un luogo diverso possono risaltare di più e sembrarci oggetti nuovi.
Ora che il lavoro è finito, alziamo lo sguardo, saranno passate un paio di ore giusto? Fate delle foto, soffermatevi sulla vista d’insieme. È più bella…vero? Più ordinata? Più pulita?
Sì, è proprio così!
Oggi diremmo “Less is More” o “il troppo stroppia”; frase che ha antiche origini anglosassoni ma che divenne famosa grazie all’architetto tedesco Ludwig Mies van de Rohe.
Il “Mas con Menos” dei miei amici spagnoli..
Sono convinta anch’io che è così e spero di esservi stata d’aiuto e avervi distratto un po’ da questa claustrofobica routine.
Se vorrete potrete inviarmi delle foto del vostro lavoro; del prima e del dopo.
Mi farebbe assolutamente piacere riceverle e rispondere ai vostri commenti.
A presto..
P.S. Vi confesso un segreto…
Nonostante la quarantena non ho ancora avuto il coraggio di entrare in camera di mia figlia!
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